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La S.tà V.ra dice che ha in mano una materia di fede. Se è materia di fede, tocca a tutti, come dice Papa Nicolo; e si deve mettere in pubblica consulta, e non trattarsi con pochi e segretamente, perchè sebbene tutti sono obbligati a credere e obbedire, quando la S. V.ra faccia decreto, ancorchè lo faccia senza consulta pubblica; nondimeno questo non sarebbe senza molta mormorazione e lamenti delle chiese e accademie, che si dorrebbero di non essere state sentite. E almeno questa non è la via solita, e battuta da nostri maggiori, dalla quale la S.ta V.ra non suole discostarsi. Essendo dunque dopotutto lo studio, e fatica di conveniente di venir a pubblica consulta, o di sinodo episcopale, o almeno di congregazioni di Dottori di varie accademie, sarebbe pur meglio aver già fatto questa pubblica diligenza o farla ora e non aspettare che la S.tà V.ra abbia finito di leggere tutto quello, che ha proposto di leggere, perchè, come ho detto, tanta fatica della S.tà V.ra non è necessaria, e già ha visto, e letto assai.<lb/>
 
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Concludo, e supplico pia per l'amore, che lei porta a Dio e alla Chiesa, e per il santo odio,che ha verso le divisioni, e eresie, che raccomandi il negozio a Dio, e poi si risolva di estinguere presto questo fuoco. Ne vi sono altri, che due modi. Uno sarebbe il soffire, e tollerare, con mettere silenzio alle parti: e questo non è senza esempio, perchè il Concilio di Trento sapeva, che era nelle scuole l'opinione,o errore de praedestinatione ex praevisis operibus, et de dilectione Dei super omnia ex viribus liberi arbitrii, e simili cose; anzi nel Concilio erano Pighi, Catharino, il Turriano, e altri, che diffondevano questa opinione:e nondimeno piaceva al Concilio, di non venire a questi particolari, massime in questo tempo, che la Chiesa è combattuta da quelli, che sbassano ed annichilano il libero arbitrio. L'altro modo è di convocare un Sinodo episcopale; e se questo non piace, chiamare a Roma alcuni eletti da tutte l università cattoliche, o almeno comunicargli per scritto i capi delle controversie, e le scritture fatte già pro, e contro; e poi avuto questo pubblico consiglio, determinare quello, che Dio ispirerà alla Santità Vostra.
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La S.tà V.ra dice che ha in mano una materia di fede. Se è materia di fede, tocca a tutti, come dice Papa Nicolo; e si deve mettere in pubblica consulta, e non trattarsi con pochi e segretamente, perchè sebbene tutti sono obbligati a credere e obbedire, quando la S. V.ra faccia decreto, ancorchè lo faccia senza consulta pubblica; nondimeno questo non sarebbe senza molta mormorazione e lamenti delle chiese e accademie, che si dorrebbero di non essere state sentite. E almeno questa non è la via solita, e battuta da nostri maggiori, dalla quale la S.ta V.ra non suole discostarsi. Essendo dunque dopotutto lo studio, e fatica di conveniente di venir a pubblica consulta, o di sinodo episcopale, o almeno di congregazioni di Dottori di varie accademie, sarebbe pur meglio aver già fatto questa pubblica diligenza o farla ora e non aspettare che la S.tà V.ra abbia finito di leggere tutto quello, che ha proposto di leggere, perchè, come ho detto, tanta fatica della S.tà V.ra non è necessaria, e già ha visto, e letto assai.
Concludo, e supplico pia per l'amore, che lei porta a Dio e alla Chiesa, e per il santo odio,che ha verso le divisioni, e eresie, che raccomandi il negozio a Dio, e poi si risolva di estinguere presto questo fuoco. Ne vi sono altri, che due modi. Uno sarebbe il soffire, e tollerare, con mettere silenzio alle parti: e questo non è senza esempio, perchè il Concilio di Trento sapeva, che era nelle scuole l'opinione,o errore de praedestinatione ex praevisis operibus, et de dilectione Dei super omnia ex viribus liberi arbitrii, e simili cose; anzi nel Concilio erano Pighi, Catharino, il Turriano, e altri, che diffondevano questa opinione:e nondimeno piaceva al Concilio, di non venire a questi particolari, massime in questo tempo, che la Chiesa è combattuta da quelli, che sbassano ed annichilano il libero arbitrio. L'altro modo è di convocare un Sinodo episcopale; e se questo non piace, chiamare a Roma alcuni eletti da tutte l università cattoliche, o almeno comunicargli per scritto i capi delle controversie, e le scritture fatte già pro, e contro; e poi avuto questo pubblico consiglio, determinare quello, che Dio ispirerà alla Santità Vostra.
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