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[[File:Schermata 2022-10-04 alle 14.29.14.png|thumb|''Madonna and Child'' ca. 1483–84 Filippino Lippi. Metropolitan Museum ]]
 
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==Pensare le pratiche==
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==''Ars faciendi''==
 
[[File:Rogier van der Weyden - Virgin and Child .jpg|thumb|''Durán Madonna''(1435-1438) by Rogier van der Weyden (1399-1464). Museo del Prado, Madrid.]]
 
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Diceva Michel de Certeau che per il semplice fatto di esistere siamo eretici riguardo al passato<ref>M. de Certeau, ''La faiblesse de croire''. Paris, 1987.</ref>. Eresia necessaria per essere all’altezza dei nostri tempi.  Solo a partire dal segno della differenza ci è data la possibilità di conoscere qualcosa. Conservare ha sempre qualcosa di eretico. Il movimento che mette in atto la ''traditio'' non solo non dissolve questa ambiguità ma la evidenzia. Si consegna qualcosa a qualcuno, ma in quel passaggio si compie anche un tradimento. Ciò che passa di mano in mano non trascina, necessariamente, l’occhio costruttore, il patrimonio concettuale di cui faceva parte o la struttura ove si collocava. Il restauratore ha la possibilità di capire quanto altera con il suo operare ciò che riceve, mentre smonta e rimonta un manufatto. ''Eretico'' anche lui, come lo storico, che non tramanda ciò che era, ma allo stesso tempo si dissocia dall’inganno di restituire qualcosa al presente. Nondimeno, qualcosa si tramanda che potrà essere sottoposta ad altri sguardi e considerazioni e genererà nuove comunicazioni. Questa possibilità ci aiuterà a descrivere, al di là di categorie come continuità o discontinuità che non sono altro che osservazioni, l’evoluzione di un sistema sociale e intravedere i suoi rischi e le sue possibilità.
 
Diceva Michel de Certeau che per il semplice fatto di esistere siamo eretici riguardo al passato<ref>M. de Certeau, ''La faiblesse de croire''. Paris, 1987.</ref>. Eresia necessaria per essere all’altezza dei nostri tempi.  Solo a partire dal segno della differenza ci è data la possibilità di conoscere qualcosa. Conservare ha sempre qualcosa di eretico. Il movimento che mette in atto la ''traditio'' non solo non dissolve questa ambiguità ma la evidenzia. Si consegna qualcosa a qualcuno, ma in quel passaggio si compie anche un tradimento. Ciò che passa di mano in mano non trascina, necessariamente, l’occhio costruttore, il patrimonio concettuale di cui faceva parte o la struttura ove si collocava. Il restauratore ha la possibilità di capire quanto altera con il suo operare ciò che riceve, mentre smonta e rimonta un manufatto. ''Eretico'' anche lui, come lo storico, che non tramanda ciò che era, ma allo stesso tempo si dissocia dall’inganno di restituire qualcosa al presente. Nondimeno, qualcosa si tramanda che potrà essere sottoposta ad altri sguardi e considerazioni e genererà nuove comunicazioni. Questa possibilità ci aiuterà a descrivere, al di là di categorie come continuità o discontinuità che non sono altro che osservazioni, l’evoluzione di un sistema sociale e intravedere i suoi rischi e le sue possibilità.

Revision as of 12:45, 12 April 2023

Madonna and Child ca. 1483–84 Filippino Lippi. Metropolitan Museum

Ars faciendi

Durán Madonna(1435-1438) by Rogier van der Weyden (1399-1464). Museo del Prado, Madrid.

Diceva Michel de Certeau che per il semplice fatto di esistere siamo eretici riguardo al passato[1]. Eresia necessaria per essere all’altezza dei nostri tempi. Solo a partire dal segno della differenza ci è data la possibilità di conoscere qualcosa. Conservare ha sempre qualcosa di eretico. Il movimento che mette in atto la traditio non solo non dissolve questa ambiguità ma la evidenzia. Si consegna qualcosa a qualcuno, ma in quel passaggio si compie anche un tradimento. Ciò che passa di mano in mano non trascina, necessariamente, l’occhio costruttore, il patrimonio concettuale di cui faceva parte o la struttura ove si collocava. Il restauratore ha la possibilità di capire quanto altera con il suo operare ciò che riceve, mentre smonta e rimonta un manufatto. Eretico anche lui, come lo storico, che non tramanda ciò che era, ma allo stesso tempo si dissocia dall’inganno di restituire qualcosa al presente. Nondimeno, qualcosa si tramanda che potrà essere sottoposta ad altri sguardi e considerazioni e genererà nuove comunicazioni. Questa possibilità ci aiuterà a descrivere, al di là di categorie come continuità o discontinuità che non sono altro che osservazioni, l’evoluzione di un sistema sociale e intravedere i suoi rischi e le sue possibilità.

Conservazione preventiva

Printer's mark of Nikolaus Bischoff (1501 - 1564)

La conservazione preventiva è frutto di una rinnovata e costante attenzione.

Abbiamo scelto una marca molto particolare per la nostra pagina web e per il laboratorio: cerchiamo di seguire il suo monito nel nostro lavoro quotidiano. La marca dello stampatore Bischoff è una gru, che su una zampa sola, poggia su un pastorale. L'antico simbolo della vigilanza ecclesiastica o politica, nel caso di Bischoff potrebbe essere interpretata come simbolo della diligenza tecnica e filologica. Un motto accompagna l’immagine: Tes epimeleias doula panta ginetai, sentenza che potrebbe essere tradotta con: “Ogni cosa è sottomessa alla legge dell’attenzione”.

Controllo ambientale

Da oltre 10 anni abbiamo installato in archivio dei sensori per il rilevamento ambientale. In un deposito di manoscritti i paramentri dovrebbero mantenersi tra i 18° e 20° di temperatura e intorno al 50% di umidità. La difficoltà nel mantenere un buon ambiente di conservazione risiede nella gestione di impianti e deumidificatori che non sempre producono gli stessi effetti in tutti i punti del deposito (in alto fa più caldo, negli angoli c'è maggiore umidità ecc) e dalla collocazione dei materiali nei compactus dove è difficile l'areazione. Il sistema installato consente il rilevamento in grafici per la valutazione delle variazioni che dovrebbero essere minime per non provocare pericolosi innalzamenti di umidità con la possibilità che, in brevissimo tempo, si formino muffe.

Collocazione del materiale

Tutto il materiale si trova collocato nelle scaffalature mobili spesso presentate come la soluzione ideale per chi voglia guadagnare spazio. Tale criterio è quanto meno discutibile per un magazzino di conservazione dove tendenzialmente non è prevista una crescita significativa. Del resto la stessa bibliografia recente documenta una serie di problemi collegabili alla conservazione dei materiali documentari in scaffalature di questo tipo: la mancanza di areazione e la creazione di un microclima difficilmente controllabile negli scaffali chiusi, la proliferazione di alcune tipologie di fungo, quali l’Eurotium halophilicum[2], lo scivolamento sui palchetti in metallo dovuto alla movimentazione del compact sul binario e il possibile schiacciamento di volumi caduti.
Per ovviare a queste problematiche stiamo ricollocando tutto il materiale con l'aggiunta di un tappetino di plastazote (materiale inerte e non freddo come il metallo che provoca condensa) girando lo scaffale per avere un bordo: queste due piccole accortezze impediscono lo scivolamento e la caduta. Per l'areazione tra gli scaffali questi vengono movimentati quotidianamente, lasciando uno spazio di circa 10 cm tra una struttura e l'altra per consentire almeno un minimo ricircolo d'aria. Poiché la movimentazione e l’apertura dei compact comporta, ovviamente, un deposito maggiore di polvere, si prevede una pulizia approfondita del deposito una volta al mese e una depolveratura dei codici una volta l’anno. Infine alcuni materiali sono stati collocati sul palchetto o in cassettiera in senso orizzontale per evitare deformazioni di carta e pergamena.

Rilevamento dello stato di conservazione

Lo stato di conservazione dei documenti viene rilevato contestualmente all'attività di catalogazione estesa dei manoscritti e ad ogni richiesta di consultazione da parte dei ricercatori che non potranno visionare i volumi in precarie condizioni. I danni che si riscontrano nella gran parte dei documenti sono relativi agli inchiostri metallo gallici che a causa dell'acidità provocano imbrunimenti (talora severi con compromissione della leggibilità) e rotture del supporto. Oltre a questa piaga che colpisce circa il 45% dei documenti, si registrano molto spesso danni alle legature (rotture, distacchi della cucitura, macchie) e alle carte (rotture lungo i tagli, lacune, macchie di umidità o da altra origine). Attualmente i manoscritti accompagnati da scheda di conservazione sono il 12% del totale.

Analisi scientifica e ricerca

Prima di qualsiasi intervento l'attenzione dei nostri restauratori è indirizzata ad un'attenta analisi diagnostica. Oltre ad alcune strumentazioni in dotazione dell'APUG (lampada di Wood, lettore di filigrane, microscopio DinoLite) ci rivolgiamo al CREF (Settore beni culturali del Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma) per alcuni progetti speciali. La diagnostica è relativa a:

  • analisi spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FTIR) che permette di verificare la presenza di agenti di contaminazione tramite analisi non distruttiva;
  • analisi integrate di fluorescenza a raggi X (ED-XRF), tecnica non distruttiva che permette di conoscere la composizione elementare di un campione attraverso lo studio della radiazione di fluorescenza X.

Le analisi vengono condotte sia per verificare i componenti materiali (carta, inchiostro, colle, macchie, ecc.) dei manoscritti sia per verificare gli effetti dei restauri in particolare quando vengono effettuati interventi di deacidificazione.

Trattamenti

I manoscritti per i quali viene realizzato un restauro sono pochissimi, poiché ci si deve avvalere di finanziamenti esterni. Crediamo che preservare il documento originale sia comunque l'unica strada per consegnare alle future generazioni questa eredità materiale, pertanto sia la consultazione che la digitalizzazione vengono consentite esclusivamente quando il documento si trova in uno stato consono.

Gli interventi che si realizzano nel nostro laboratorio sono:

  • Spolveratura e pulitura a secco
  • Lavaggio delle carte
  • Deacidificazione. Negli ultimi due anni stiamo sperimentando, con la consulenza dell'equipe fiorentina del Dott. Baglioni, l'utilizzo di nanoparticelle.
  • Collatura con metilcellulosa e/o velatura con velo giapponese
  • Risarcimento delle lacune
  • Cucitura del corpo libro
  • Restauro della coperta
  • Cartelle e scatole conservative


Bibliografia

  • Cesare Brandi, Il restauro. Teoria e pratica, a cura di Michele Cordaro, Roma, Editori Riuniti, I ed. 1994, II ed. 2005
  • Walter Benjamin, Il carattere distruttivo. L’orrore del quotidiano. Mimesi, 1995
  • Jean Baudrillard, Le Système des objets : la consommation des signes, Paris, éd. Gallimard, 1968
  • Michel de Certeau, Invention du Quotidien tome 1 : Arts de faire Gallimard, 1990
  • Michel de Certeau, « Le mythe des origines », in La faiblesse de croire, Paris, Seuil, 1987.
  • François Hartog, Régimes d’historicité. Présentisme et expériences du temps. Paris, Seuil, 2003
  • Remo Bodei, La vita delle cose. Laterza, 2011
  • Salvador Muñoz Viñas, Teoría contemporánea de la restauración. Sintesis, 2004
  • Margaret Holben Ellis, Historical Perspectives in the Conservation of Works of Art on Paper (Readings in Conservation). Getty Conservation Institute, 2015
  • Rossana Lista, Proprietà e improprietà della conservazione e della restaurazione. First seminar: Lucubrationes diurne. APUG, Rome, September 30, 2022.
  1. M. de Certeau, La faiblesse de croire. Paris, 1987.
  2. Fungal biodeterioration of historical library materials stored in Compactus movables shelves, in “International Biodeterioration & Biodegradation”, 75 (2012), p. 83-88.