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− | + | Stefano, uno mio parente, et l'altro mio amico et si come doppo il primo homicidio dissi al Sigf^ Marchese della Corgna, che temevo di altri scandali maggiori, et volsi procurare per mezo suo qualche rimedio di pace; cos� hora non posso non temere nuovi accidenti pi� grandi, poi che ho inteso, che anco un sacerdote parente de'morti, disarmato et innocente, � stato in pericolo di bavere un'archibus�ta. So certissimo che queste cose premeranno � V. A. come signore amorevolissimo;et Principe giustissimo de'suoi popoli: nondimeno l'affetto, che porto alla mia patria, et il timore di maggiori mali in tante persone � me congiunte per sangue et per amicitia mi sforzano a fare questo nuovo offitio con V. A. et supplicarlo, che con la sua prud�nza grandissima et autorit� suprema, sia servita di dare efficace rimedio, � ci� mio fratello, huomo vecchio et pacifico, et il CavalieiArchangelo Avignanesi suo cognato, et altri servitori di V. A. possano vivere securi n e M a patria loro. Et perche confido nella giustitia,et benignit� di V. A. non multiplicaro parole, sperando che come io sono facile � supplicarla, cos� lei mi far� gra�ia tal volta di comandarmi et gli bacio humilmente le mani. Di Roma li 2 di Giugno 1599.</p> | |
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Revision as of 13:43, 16 March 2017
Sereniss� Sig�^ mio oss�
Fra pochi giorni sono successi in Montepulciano duo homicidii di due fedeli servitori di V. A. Cavalieri di Stefano, uno mio parente, et l'altro mio amico et si come doppo il primo homicidio dissi al Sigf^ Marchese della Corgna, che temevo di altri scandali maggiori, et volsi procurare per mezo suo qualche rimedio di pace; cos� hora non posso non temere nuovi accidenti pi� grandi, poi che ho inteso, che anco un sacerdote parente de'morti, disarmato et innocente, � stato in pericolo di bavere un'archibus�ta. So certissimo che queste cose premeranno � V. A. come signore amorevolissimo;et Principe giustissimo de'suoi popoli: nondimeno l'affetto, che porto alla mia patria, et il timore di maggiori mali in tante persone � me congiunte per sangue et per amicitia mi sforzano a fare questo nuovo offitio con V. A. et supplicarlo, che con la sua prud�nza grandissima et autorit� suprema, sia servita di dare efficace rimedio, � ci� mio fratello, huomo vecchio et pacifico, et il CavalieiArchangelo Avignanesi suo cognato, et altri servitori di V. A. possano vivere securi n e M a patria loro. Et perche confido nella giustitia,et benignit� di V. A. non multiplicaro parole, sperando che come io sono facile � supplicarla, cos� lei mi far� gra�ia tal volta di comandarmi et gli bacio humilmente le mani. Di Roma li 2 di Giugno 1599.
Di V. A. Sereniss^
humilliss� servitore
Rob. Card. Bellarmino
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Al Sereniss� Sig�^^ mio oss� il Sig�^^ Gr� Duca di Toscana.