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Clavio [1] quando stava in Roma, si pose a fare questa opra, agiutato d'un letterato suo amico; et in breve fece un Mappamondo Universale, maggiore di quello che avevano in casa, con altre annotazioni e dichiarazioni più al proposito della Cina. "E fu la migliore e più utile opra che in tal tempo si poteva fare per disporre la Cina a dar credito alle cose della nostra santa Fede. Perciocchè sino allora i cinesi avevano stampati molti mappamondi con titulo di Descrittione di tutto il mondo, i quali erano tutti occupando il campo con le quindici provincie della Cina, et all'intorno pingevano un puoco di mare nel quale facevano certe insolette, nelle quali scrivevano i nomi di tutti i regni, quanti ne avevano avuto notitia, che tutti insieme uniti non facevano una piccola provincia della Cina. E con questa loro imaginatione della grandezza del loro regno e la piccolezza del resto del mondo stavano tanto superbi, che gli pareva esser tutto il mondo barbaro e inculto in sua comparatione; e non vi era molta speranza di aversi a soggettare a maestri forastieri.

"Quando videro il mondo sì grande e la Cina in un cantone di essa, sì piccola al loro parere, la gente più ignorante cominciò a farsi beffe de tal Descrittione ma gli più savii, vedendo si bello ordine de' grandi paralleli e meridiani con la linea dell'equinoctiale, tropici, e le cinque zone, con varii costumi de' paesi, e tutta la terra piena de' varii nomi voltati dal primo mappamondo, anco stampato, che dava assai credito a tanta novità, non potero lasciare di credere esser tutto questo verità...

  1. Cfr. sopra p. 6 , n. I.