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mappamondo ricciano, le sue edizioni e ristampe, le cinque copie attualmente esistenti di cui si discute l'autenticità o meno, il contributo del Name alle conoscenze geografiche e cartografiche dei Cinesi, le fonti del suo mappamondo. La seconda parte, che porta il titolo di Tavole Geografiche (fuori testo), riproduce l'originale cinese del mappamondo vaticano con accanto la traduzione italiana. Dopo una Tavola che dà l'insieme dei sei quadri dell'originale e un'altra che dà l'insieme della traduzione, viene la riproduzione dei singoli quadri originali (ciascuno diviso in due metà) colla traduzione italiana di essi di fronte, dove ciascun nome e ciascuna leggenda occupa esattamente lo stesso posto che nell'originale. In tal modo, i geografi, gli storici della geografia, e gli studiosi in genere, anche se completamente ignari della lingua cinese, possono facilmente e esattamente rendersi conto di tutto quello che il Ricci ha messo nel suo mappamondo di Pechino del 1602. Per fare opera completa sono stati riprodotti pure gli altri quattro esemplari del mappamondo ricciano che esistono altrove nel mondo, anche se solo uno di questi sia autentico. La terza parte, che va sotto il titolo di Note alle Tavole Geografiche (pp. 193-238), chiarifica, in 500 note, qualche punto oscuro tanto dei nomi geografici, quanto delle leggende del mappamondo ricciano. In queste note spesso ho riportato la fonte europea o cinese di cui il Ricci ha fatto uso, oppure ho dato qualche spiegazione sinologica, storica, geografica o critica delle parole che potevano fare difficoltà a un lettore poco addentro nella sinologia.