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Molto ill.re Sig.or Nipote, et molto eccellente Sig.or Dottore. Mi sono rallegrato del dottorato preso; ma non gia di quel modo di non permettere che si recitino li punti intieramente, et si risponda alli argumenti, et si chiarisca il mondo ohe il grado di Dottore si è dato con molta ragione; altrimenti si potria dottorare un facchino, come si fece una volta à Padova. La Sig.ria vostra havera visto in Roma, quando si essaminano li Auditori di Ruota futuri, 5 li advocati concistoriali futuri, che si fanno in publico, ma si lassano dire tutto quello che hanno da dire, et solo si bussa un poco, quando l'argumentante fa troppe repliche. Hora sia come si vole, basta che lei è Dottore, et bisognar pensare a quello che vorrà fare per l'avenire.
Mandarò per il primo vetturale li dodici scudi alla Sig.ra Francesca, mia cognata; et la Sig.ra madre di V.S. potrà avisargli quello che doverà fare. Staremo aspettando la sua venuta insieme con il Priore verso la fine del prossimo mese. Con questo li prego da Dio, insieme con tutta la casa, ogni prosperità. Di Roma, li 23 di Settembre 1617.
Di V.S. m.to ill.re
Zio aff.mo
Il Card.le Bellarmino.
Sig/or Marcello Cervini. Al m.to ill.re Sig.or il Sig.or Marcello Cervini.
Al Vivo