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Ill.re Sig.re. Non mi è parso bene parlare al Padre R.mo Ge nerale, perche non harei ottenuto niente et haverei gravata la mia conscienza. E ben lecito ad un religioso partirsi per qualche tempo dalla Religione per aiutare con le sue fatighe il padre ò la madre, quando non hanno da vivere ne possano aiutarsi da se. Ma fuora di questo caso non è lecito partirsi dalla religione per aiutare fratelli ò sorelle ò altri parenti, ò l'istesso padre et madre, quando non patiscano del vitto et vestito necessario. Et di più dico à V.S. che il più delle volte quelli che escano della religione per amor de parenti, talmente che quelli che li hanno fatti uscire, sono li primi à pentirsene. Aggiongo per fine che il fratello et il figliolo di V.S. senza uscire dalla religione habitando costi potrà aiutare V.S. nell'indrizzo delli figlioli, trovandogli conveniente accasamento ò altro rimedio. Et creda V.S. à me che hò qualche esperienza di queste cose, che se lei confidare in Dio et essortarò il figliolo ad osservare i suoi santi voti. Iddio non mancarà di aiutarla in tutte le sue necessità. Di Roma li 4 di Marzo 1617.