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Al Sig.r cardinale Bellarmino. Di Parigi li 6 di settembre 1616.
Ottennero i Celestini d'Avignone quanto giustamente desidera vano dal Parlamento di Provenza per poter godere le loro entrate, et erano a Tolosa per procurare anco da quello l'istessa giustitia. Non sò se gli riuscirà come lo desidero. Quanto al resto,questi si gnori giudici apostolici trovano grandissime difficultà in procedere et in un mese che hanno il breve in mano non s'è anoo avuto il de creto della prima citatione: di che è causa il pericolo dell'appellatione come d'abuso, a cui dubitano habbino ricorso questi contumaci. Quando s'è discorso d'accordo per vedere se si poteva una volta uscire da si noioso affare, s'è sempre supposta l'essecutione de i tre punti; cioè dell'oratione mentale, de'novitiati et delli studii et di correggere gl'abusi, che si sono nell'ordine introdotti contro l'essenza del vivere regolare; et di più che ne'monasterii d'Avignone e di Gentilly non siano ammessi ne per superiori ne per di famiglia,ohe quelli che ne havranno il consenso dei ministri di Nostro Signore in quella legatione. In breve s'aspetta il preteso Provinciale: con lui si vederà quello si potrà concludere etc.