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Illustrissimo Signor mio. Epistola non erubescit. Io heri non hebbi ardire negare à V.S. Ill.ma quello che mi domandò; mà restai tuttavia con molto scrupulo. A me par'duro dare al Papa un memoriale per uno che domandi il Vescovado; perche questo è confessare, che lo desidera e procura, et se bene io più volte hò dimando à Nostro Signore Vescovandi per più persone, et ne hò ottenuti almeno quattro, ma non mai hò dato memoriale da parte di chi lo domanda, anzi hò fatto l'offitio senza che lo sapessero quelli, per i quali lo facevo. Si aggiogne, che questa persona, di che hora si tratta, non è Sacerdote, e forse manco in sacris, e non hà fatto professione, se non di medico, ò di filosofo; et è contro li Canoni, e la ragione, che uno si proponga al sommo grado della Hierarchia Ecclesiastica, senza esser'passato per i gradi inferiori. Finalmente se bene io tengo la persona, della quale si tratta, per qualificata in virtù e dottrina, tuttavia in causa scientiae non posso testificare, ne provare cosa nissuna, non l'havendo pratticata, e Nostro Signore con raggione si meravigliaria, che io gli proponesse per Vescovo una persona da me poco conosciuta, e della quale io non posso dar'conto. Prego V.S. Ill.ma a scusarmi, se non farò l'offitio, del quale ella mi ricercò, et mi comandi cosa, che io possa fare senza offesa di Dio, che vedrà se io desidero fargli servitio, come quello che ammiro la sua virtù et il suo ingegno con la scienza, che supera di gran'lunga la sua età. Di casa li 3 di Maggio 1614.
Aff.mo per servirla sempre
Il Card. Bellarmino.