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Ser.ma Madama
L'Altezza V. Ser.ma si degnò alcuni mesi sono a mia intercessione far'gratia a Francesco Bellarmini di pagare una certa pena pecuniaria in cinque anni. Hora intendo che non ha cominciato a pagare nel tempo determinato, e però è spirato il tempo della gratia. Se io credessi, che esso non havesse obedito per qualche mala volontà, non lo stimarei degno mai più della gratia di V.A. ne della mia intercessione: ma perchè so certo, che non ha obedito, perchè non ha potuto, rispetto alla grandissima povertà, nella quale saria longo il dire per che causa sia caduta la casa sua, essendo prima delle più ricche di Montepulciano: mi sono mosso a compassione, et però son risoluto pagare io quella pena pecuniaria, quando piaccia alla molta benignità di V.A. rinnovare la gratia già fatta, et spirata nel settembre prossimo passato. Esso non potendo ripatriare, desiderava venire alla servitù mia, o di qualche altro cardinale in Roma; ma non ho voluto admettere alla mia corte, ne aiutarlo per entrare in altera, finchè è contumace di V.A. Onde a ciò questo povere giovine, che ha errato per vindicare l'injuria fatta a suo padre da persona vile, non vada sperso, et sia costretto dalla necessità di far'peggio: supplico con ogni affetto la molta pietà di V.A. ad havergli compassione: et fargli quella maggior' gratia, che lei stessa giudicarà esser'conveniente, et dare ordine al capitano di giustitia di Montepulciano della quantità del denaro, et del tempo, nel quale si haverà da pagare, che io farò che non si manchi di obedire a quanto da lei sarà ordinato. Et con questo fine prego da Dio ogni prosperità a V.A. et a tutta la Ser.ma casa et gli fò humilissima riverenza. Di Roma il di 7 di Gennaro 1611. Di V.A. Ser.ma
humiliss.o et devotiss.o servitore
il Card.le Bellarmino.