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Illustri Signori.
Dal primo tempo, che io venni in questa città, ebbi molto desiderio di veder riformati i monasteri di S.Giovanni, e del Gesù, perchè ad ambedue mancava la vita comune, senza la quale il monastero non merita nome di religione. E per grazia del Signore il terzo mese della mia venuta s'introdusse nel monastero di S.Giovanni la vita comune, e di poi si è camminato di bene in meglio sino ad esser ritornato quel monastero alla sua prima gloria. Resta quello del Gesù, nel quale con ogni affetto si deve desiderare la vita comune si perchè è dell'ordine di Santo Francesco, e S.Chiara, il quale ordine secondo la sua prima istituzione aborrisce più d'ogni altra cosa la proprietà, e fa voto espresso, e solenne di vivere senza proprie si anche, perchè essendo questo monastero sempre stato onoratissimo in ogni altra cosa, non è bene, che abbia questo mancamento tanto notabile di mancargli la vita comune. Per questo mi sono messo a ricercare, e pregare le Signorie Vostre, che veglino concorrere insieme con noi con grande animo alla riforma di questo monastero, del quale la città ha particolare protezione, come da lei fondato, e dotato. E secondo il mio poco giudizio, per arrivare a questa riforma bisognariano le cose seguenti. Primo che si ammettessero alcune monache sopranumerarie con dote almeno di 400 ducati oltre i mobili, che questa dote ha tassato ultimamente la sacra congregazione. E perchè non vi è luogo,ne pure per una monaca di più, se non si accomoda il dormitorio nuovo, bisognaria secondariamente dare ordine quanto prima all'accomodamento di quel dormitorio: Terzo, bisognaria, che i signori Bastonieri non solo usassero molta diligenza in esigere l'entrate, ma anche in fare le provvigioni delle cose necessarie a tempi debiti, perchè in queste ci è avanzo notabile, e apprendessero questo negozio con molto desiderio di servire alla
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