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Molto Ill.re e Rev.mo Sir.e come fratello. Ho visto quanto V.S.R.ma si è compiaciuta scrivermi in materia del Dottor Ricciardo Benci mio cugino, e resto soddisfatto a pieno dell'amorevolezza di lei, e dell'affetto che mi dimostra: assicurandola che sento dispiacere che il detto mio cugino così facilmente si sia lasciato ingannare dall'interessato che desiderava succedergli nell'officio, e che lei per più rispetti ne sia restata con poca soddisfattione. Compatischi V.S. Ill.ma all'uno e l'altro di noi, e mi creda che del cuore ne ho fatto col detto Benci quel risentimento che mi si conveniva. Continui V.S. Ill.ma d'amarmi, che con questo assicurandola della corrispondenza me le offro di tutto cuore, e alle sue orazioni mi raccomando. Di Capua il di 14 di febbraio 1604.
Di V.S. Ill.ma
Come fratello aff.mo
Il Card. Bellarmino.
[P.S.] Mi faccia grazia V.S.R.ma baciar le mani in mio nome all'Ill.mo Sig.r Card. Farnese, comune padrone, con iscusare la semplicità di quel mio parente.
Mons.r Picedi.
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Al molto Ill.re e R.mo Signore come fratello Mons.r Picedo Vescovo del Borgo S.Donino. Roma.