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Molto ill.re Sig.re Cugino. In questo punto ho ricevuto la sua del 20 del presente, e però scrivo brevemente, perchè già è notte, e passa il tempo di mandar le lettere. Mi sarà sempre caro vedere la persona di V.S. alla quale sempre ho portato molta affezione. Ma gli metto in considerazione due cose, una che lei sa, che io non posso parlargli, se non con scrivere, e scrivere tanto si può d'appresso, quanto di lontano; l'altra, che se V. S. viene a parlarmi di questo negozio, mi metterà in diffidenza della Sig.ra Laudonia, e non avrà più modo di potermi mettere di mezzo. V. S. consideri il tutto, e si risolva in quello che Dio gli spira. Ma se si risolve di venire, venga dritto qua al palazzo, che se bene abito stretto, non ci mancherà una camera per lei; e se si risolve non venire, me lo faccia sapere quanto prima. Dio la conservi sana e in grazia sua. Di Roma li 24 di Marzo.1601.
Di V.S. m.to ill.re
Aff.mo Cugino
Il Card. Bellarmino.
Sig.or Antonio Cervini.
Ext. : Al m.to ill.e Sig.r il Signor Antonio Cervini. Montepulciano.