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Molto R.do in Cristo Padre. La R. V. non ha voluto intendere la mia lettera in senso letterale, ma mistico, e però non gli è parso di darmi consiglio, ma piuttosto d'aiutare se stessa. Per questo mi pento d'averla scritta, parendomi d'avermi laudato da me stesso, se bene né in simplicitate cordis mei scrissi per essere aiutato, del che ne ho bisogno grandissimo, ancorché V. R. mostri di non lo credere. Quello che io scrissi è tutto esteriore e di pochissimo momento, e io ogni di più conosco il gran pericolo dove mi trovo e pagherei qualsivoglia cosa che potesse fare un patto d'assicurazione della grazia di Dio e vita eterna. Sed de his hactenus.
Ho impetrato la licenza che uno dei nostri della Compagnia possa assolvere quella Signora del peccato di aver negato il libero arbitrio due o tre volte parlando con altra persona. V. R. potrà commetterlo a chi lei vorrà, se non può farlo per se stessa. Credo che non fu espresso questo caso nel breve, perché non parve necessario, come ancor'io non credo che quella Signora abbia avuto volontà di contraddire alla santa Chiesa, e così abbia errato per ignoranza, senza colpa d'eresia.
L'altro negozio è più difficile: ho cominciato a trattarlo, e finora vi trovo gran resistenza. Se potrò ottener la grazia, ne darò subito avviso. E con questo mi raccomando alle sue sante orazioni. Di Roma li 27 d'agosto 1599.
Di V. R.
Servo in Cristo
Roberto Card. Bellarmino