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christiani, alla quale predico con lingua Italiana ai christiani, e rivoluto nello stesso tempo ai Turchi con altre lingue, acciò che ogniuno prenda quello che toca à lui. Tal funtione si incomincia alle diecidotto hore, e finisce per ordinario alle ventidue. Le cose poi che si fanno in questo spatio di tempo sono le seguenti, cioè La prima cosa si cantano le lettanie della Santissima Vergine e poi si fà una fruttuosa dottrina da un giovane delli nostri tanto alli schiavi batezzati, come à tutte l'altre persone che in chiesa si trovano presenti. Et in questo stesso tempo della dottrina si fà dalli fratelli della congegatione delli schiavi un catechismo alli catecumeni nelle capelle private della medesima chiesa, insegnanfo le cose necessarie al Santo battesimo. Le donne in una capella, e gl'huomini in un'altra. Io poi frà tanto mi trateno con l'ostinati ò in sacrestia quando sono huomini, ò in chiesa dentro qualche capella fin à dieci nuove hore, e mezza; all'hora si mettano tutti insiemre li schiavi ne mezzo dell'udienza, dove hanno luogo separato, e vado al pulpito dopo d'haver fatto un poco d'oratione, supplicando la Maestà divina che si degni d'assiter lei, mentre conosco quanto sono deboli le mie forze. Soglio star nel detto pulpito al meno un'hora, e mezza: spendendo una nel discorso tanto per i turchi, come per i christiani, e l'altra mezza nell'essaminar li schiavi circa il battesimo, et altre cose appartenenti alla fede christiana. Finita poi tal funtione mi trattengo un'altra hora privatamente con l'ostinati, cercando di saper la loro difficoltà e sciogliere i loro dubij; il che suol esser ò in sacristia, ò in capella della chiesa, come di sopra si è detto. Circa poi di sapere se questa fatiga mi dia niente di fastidio, mi creda V. R. che nella Domenica passata, festa della Spirito dopo 4º hore spese nel predetto essercitio, hò desiderato di