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Molto Reverendo in Xto Padre


P. C.

Questa sera ho ricevuto la risposta alle mie lettere; ma perché mi pare esser necessario lo spiegar del caso, che desidero di far per magior aiuto del prossimo, cio è dello schiavo, che procuro di prender per l’ospitale, sappia V. R. che io non ho incominciato cercar questa cosa prima d’haver preso consiglio, prima dal Signore, e poi d’huomini prudenti tanto della Compagnia come d’altro stato. Ma per spiegar la cosa, dirò che tal schiavo sarà nello hospitale come altri serdori, però come e intedente della setta mahomettana della lingua di molti schiavi sarà come interprete de tanti PP. Cruciferi che stano continuamente nell’hospitale. Si sa di certo, che lui non potrà aiutar altri schiavi se non con l’esempio suo, e la lingua, e mai mi venne in pensiero il dargli cura d’altri, mentre non pe ammaestrato, né può haver notitia della nostra Sante Fede. Sichè questo huomo sarà come un instromento de’servi di Dio, che haveranno dopo la mia partenza da questa città, cura, e zelo della salute dell’Infedeli. Io vedo poi con l’esperienza, essere questo negotio conforme il voler divino per molti capi e l’ultimo fu, che fui inspirato da Dio di liberarlo e non sapevo come doveva incominciare, il Signore mi mandò un’huomo secretario de’poveri, il quale mi diede notitia d'una certa elimosina lasciata da una Signora per aiuto di quelli, che vengono alla fede, co è cinquanta lire l’anno, ma mai fu vista, ne cercata tal cosa finchè fu trovata a caso fra altre scritture due o tre giorni sono da tal huomo. In somma fatto il conto di tal danaro, si trovarono in ordine mille,