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Molto Reverendo in Xto Padre



P. C.

Non posso così facilmente spiegar la gran consolatione ch'hò ricevuto in Domino quando hò havuto la gratissima lettera di V. R. Le rendo infinite gratie della memoria che, contr'ogni mio merito, tiene di me. Prego la Maestà Divina che si degni di rimunerarla con celesti doni secondo il suo desiderio. In torno poi quello che desidera di sapere delle conversioni de'Turchi delli quali si parl'in Roma, rispondo a V. R. secondo la sua domanda per darle sodisfatione. Volendo l'obedienza Santa viva voce di Dio ch'io prima di partir per l'Indie à cercar per amor di Dio, la salute di quella cieca et infelice gente, mi trattengli per qualche tempo nella città di Genova, il benigno Signore, ch'è somma bontà et infinita carità, mi da occasione d'incominciar la dessiderata opera nella sopra detta città ove hò trovato gran numero di Turchi, con i quali non mancano gran dispute ogni giorno accioche gli facci capire la verità christiana, che frà loro per gastigo di Dio così lungo tempo celata, mà quel Dio il quale senz¡alcun mio merito, m'illuminò, per pietà sua, ad abbracciarla, lo stesso fin hora hà illuminato per mezo delle mie debole parole dieci sette persone d'essi i quali con maraviglioso affetto e stupore di molti hanno abbracciato la nostra Santa Fede, e saranno battezzati la magior parte di loro nel giorno del glorioso Santo Padre Ignatio, circa poi di sapere di che sono questi tali dico V. R. che nessuno de'detti convertiti è di Galera, mà tutti sono di Signori particolari e fra altri uno del Signore Emanuele Dorazzo e l'altro del Signor Lamallin, i quali si può dire che sono diventati predicatori della Santa Fede christiana prima d'esser battezzati, mentre vanno per tutta Genova à cercare e condurre alle dispute dell'altri. Spero che sarà anche servito da me il Signore nella conversione di molti altri prima di partir da questa città per seguitar il mio bramato viaggio del gran Mogor, mentre vedo la dispositione d'alcuni e la gran pietà di Dio, il quale abbraccia tutti senza risguardo ai loro demeriti. Sia il tutto per honore e gloria di Dio, il quale è solo degno dell'honore e gloria. Per tanto supplico à V. R. che si degni per sua carità di raccomandarmi à Dio, accioche io facci sempre in ogni cosa la sua Santissima volontà, et operi sempre per magior gloria di Dio et honore della Santa nostra Compagnia, altimenti sarà ogni cosa vana, e persa. V. R. mi faccia gratia di salutar da mia parte i Padri Assistenti, il P. Vici Preposito, , P. Bartoli, P. di Lucca, con tutti i Padri e fratelli di cotesta Santa Casa et alli Santi Sacrificii et orationi di tutti mi raccomando et un'altro saluto particolare al Reverendo nostro P. Generale et al P. Secretario. Genova 19 di Luglio 1664. Di V. R.

Humilissimo in Xto servo
Baldassare Loyola Mandes

Al P. Francesco Maria Lemmi