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Molto Reverendo in Xto Padre



P. C.

È cosa propria de'novitii il render conto dal suo Pellegrinaggio con ogni simplicità dovuta à loro superiori. Io benche sono già passati l'anni del mio novitiato tutta via non mi manca per gratia del Signore questo sentimento d'haver quella schetezza appresso il mio Superiore. Prego alla Maestà divina che si degni di mantenermi vita durante nello stato di vero novitio, èrche sò di certo che ogniuno che desidera d'esser libero di tal stato è contrasegno ch'egli vuol tornare à dietro della via perfetta. Vengo dunque con questa à dar conto à V. R. come suo indegnissimo in X.to figlio del viaggio che hò fatto da Bologna à Milano. Partito che fui da Bologna accompagnato dal fratello Gaspari Santini, arrivai verso la sera à Modena dove fui ricevuto con la solita carità della Compagnia e la mattina seguente partii da lì e fui à tempo di Pranzo à Reggio dove hò trovato il Padre Provinciale di Venetia, il quale haveva scritto à Bologna che vi stava aspettandomi. Non posso così facilmente spiegar la gran carità usata verso da me da tal Padre. E fra altre cose che fece haveva dato avviso à tutti i colleggi per dove dovevo passare che da un colleggio all'altro mi dassero un Padre per compagno, mà perche havevo havuto sempre meco il detto fratello Santini, non hò voluto mai accettar altri Padri di più for che nel Colleggio di Piacenza havevo trovato una lettera scritta dal detto Provinciale al Rettore che per ogni modo mi dia un Padre sino à Milano, ciò nono hò potuto mai sfuggir perche hanno detto che non si guarda alla mia persona mà all'honore della Compagnia alla fine mi diedero il Padre Francesco Glarelli, che è Padre Spirituale del Colleggio di Piacenza, et insieme col fratello Santini sono arrivato à Milano hieri sera.

In Reggio poi dove era il Padre Provinciale trovai anche il Padre Rettore di Parma col quale parlai dopo mezzo dì dello stesso giorno à Parma, dove mi hà suceduto un caso molto strano, che havevano prima i Pri fatto quanto mai si può far per tenirmi una giornata: mà verso la sera vennero à veder la nuova fabrica del Colleggio la Serenissima Madama di Parma[1] con la Principessa sua figliuola, e la duchessa sposa[2] e non so come hanno saputo che io era ivi fecero istanza di parlar meco e fui chiamato dal Padre Rettore per farlo. Non posso spiegar il gran affetto di carità che hanno mostrato verso di me e la consolatione che mostrarono quando mi veddero, e fra l'altre cose la Serenissima Madama mi pregò ch'io restassi all meno un altro giorno in Parma per che volendo sentir una mia messa. In fatti altro non hò potuto far ch'accetar la domanda e la mattina seguente vennero in Chiesa nostra con gran sollennità; detta la messa con gran gusto e sodisfatione di tutti ammirando la gran pietà di dio verso di me e rendendo tutti gratie Dio di si gran beneficii fatti a me senz'alcun mio merito

  1. Margherita de' Medici. Su questa visita del P. Baldassare, la duchessa ne fa ricordo in una lettera del 5 agosto 1664.
  2. Isabella d'Este, sposa del duca Ranuccio II Farnese